Dopo “la dolorosa separazione dell’anima dal corpo”, nella figura 9 del Rosarium Philosophorum, ella ritorna. L’anima ridiscende dal cielo per animare il cadavere. Una piccola figura maschile rientra dal cielo nel corpo rinnovato.
Drammaticamente, citando liberamente un passo del Libro Rosso di Jung, potremmo dire che “così l’anima è entrata nella morte … per andare in cerca del luogo della vita interiore” (“Libro Rosso”, pag. 257). Questa figura alchemica suggerisce quindi il “passaggio nel mondo interiore; dal mondo più grande a quello più piccolo .. nell’infinità più piccola o interiore” (op. cit. , pag 354). L’anima ritorna come volontà del cielo a rinfrescare il corpo divenuto puro. Vitale suggerisce di pensare all’anima come “disposizione interiore all’azione, volontà consapevole, scopo e senso” (A. Vitale, “Solve coagula”, pag. 51). Ecco allora che l’anima rappresenta il principio vitale che può nuovamente incarnarsi. Come disse una mia giovane paziente, in “un luogo che faccia bene all’anima”.

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